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Home » News » Infortuni sul lavoro in calo, ma aumentano i casi mortali

Infortuni sul lavoro in calo, ma aumentano i casi mortali

30 Luglio 2019 by Chiara Malla

“I numeri tristi su infortuni e malattie negli ambienti di lavoro continuano a sollecitare il rispetto scrupoloso delle regole e delle norme da parte di lavoratori e datori di lavoro, piani di prevenzione e di controllo, modalità e volontà attuative più efficaci che possano sfruttare appieno l’innovazione delle tecnologie”.

È il commento del presidente dell’Inail, Massimo De Felice ai dati relativi all’andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali nel 2018. Le denunce sono in calo dello 0,3% rispetto al 2017. Circa 409mila i casi accertati (-4,3%). Nel 2018 l’Inail ha registrato poco più di 645mila denunce di infortunio.

Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono poco più di 409mila (-4,3% rispetto al 2017), di cui circa il 19% occorsi “fuori dell’azienda”, cioè “con mezzo di trasporto” o “in itinere”. Delle 1.218 denunce di infortunio mortale, in crescita del 6,1% rispetto al 2017, i casi accertati “sul lavoro” sono invece 704, il 4,5% in più rispetto all’anno precedente, di cui 421, pari a circa il 60% del totale, avvenuti “fuori dell’azienda” (35 casi sono ancora in istruttoria). 

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Come emerge dagli ultimi dati pubblicati nella sezione “Open data” del sito Inail, nei primi cinque mesi del 2019 i casi mortali denunciati sono stati 391, due in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Sostanzialmente stabile il numero delle denunce di infortunio sul lavoro nel complesso, che tra gennaio e maggio sono state 269.431, in crescita dello 0,04% rispetto alle 269.332 presentate all’Istituto nei primi cinque mesi dell’anno scorso.

Denunce in calo dello 0,3% rispetto al 2017. Circa 409mila i casi accertati (-4,3%)

Nel 2018 l’Inail ha registrato poco più di 645mila denunce di infortunio. La lieve diminuzione rispetto al 2017 (-0,3%) sarebbe più accentuata se non si considerassero, per omogeneità, le “comunicazioni obbligatorie”. Dall’ottobre 2017, infatti, tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, devono comunicare all’Istituto tutti gli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono poco più di 409mila (-4,3% rispetto al 2017), di cui circa il 19% occorsi “fuori dell’azienda”, cioè “con mezzo di trasporto” o “in itinere”.

Delle 1.218 denunce di infortunio mortale, in crescita del 6,1% rispetto al 2017, i casi accertati “sul lavoro” sono invece 704, il 4,5% in più rispetto all’anno precedente, di cui 421, pari a circa il 60% del totale, avvenuti “fuori dell’azienda” (35 casi sono ancora in istruttoria). Come emerge dagli ultimi dati pubblicati nella sezione “Open data” del sito Inail, nei primi cinque mesi del 2019 i casi mortali denunciati sono stati 391, due in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Sostanzialmente stabile il numero delle denunce di infortunio sul lavoro nel complesso, che tra gennaio e maggio sono state 269.431, in crescita dello 0,04% rispetto alle 269.332 presentate all’Istituto nei primi cinque mesi dell’anno scorso.

Le malattie denunciate in aumento del 2,6%.

Le malattie denunciate nel 2018 sono state circa 59.500, il 2,6% in più rispetto all’anno precedente. Ne è stata riconosciuta la causa professionale al 37%, mentre il 3% è ancora “in istruttoria”. Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 43mila, di cui quasi il 40% per causa professionale riconosciuta. I lavoratori con malattia asbesto-correlata sono stati poco meno di 1.400, mentre quelli deceduti nel 2018 con riconoscimento di malattia professionale sono stati 1.177 (-16,4% rispetto al 2017), di cui 257 per silicosi/asbestosi (il 74% con età al decesso maggiore di 79 anni). 

Le rilevazioni più recenti mostrano un lieve aumento delle denunce anche nei primi cinque mesi del 2019. Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail tra gennaio e maggio, infatti, sono state 27.385, 372 in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (+1,4%).

Accertate retribuzioni evase per 3,5 miliardi

All’inizio dell’anno scorso l’Inail ha sottoscritto la convenzione con Ministero del Lavoro, Ispettorato nazionale del lavoro e Inps per lo scambio di informazioni utili alla programmazione e allo svolgimento dell’attività di vigilanza, primo passo verso un controllo integrato. Per ora, comunque, l’Istituto mantiene il suo “corpo” ispettivo, nel “ruolo a esaurimento”, e nel 2018 ha continuato a svolgere un’azione di controllo di tipo amministrativo, per la verifica dell’appropriatezza del rischio assicurato e il contrasto all’evasione. 

Su un totale di 15.828 aziende controllate, quasi nove su 10 sono risultate irregolari. I lavoratori regolarizzati in seguito ai controlli sono stati 41.674, di cui 3.336 “in nero”. Sono state inoltre accertate retribuzioni imponibili evase per circa 3,5 miliardi di euro e sono stati richiesti premi per circa 76 milioni. “I risultati confermano la qualità della procedura informatica di ‘business intelligence’ che ha sostenuto l’attività ispettiva – ha spiegato De Felice – e il grande lavoro, sempre più impegnativo, per la progressiva riduzione della forza disponibile, svolto dai 284 ispettori Inail”.


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