Il Rapporto ISFOL presentato a maggio di quest’anno fornisce alcuni dati interessanti sullo stato della formazione finanziata in Italia.
Ad ottobre 2015, il numero di adesioni ai Fondi Interprofessionali era pari a 930 mila imprese, coinvolgendo circa 9,6 milioni di dipendenti. Negli ultimi 10 anni i Fondi hanno gestito circa 5,2 miliardi di euro, con una media annuale di 450 milioni, mentre nell’ultimo anno sono stati approvati 31mila piani formativi, riguardanti circa 1.6 milioni di lavoratori, con un trend di crescita del 6% rispetto all’anno precedente.
Si tratta di cifre importanti ed è quindi interessante comprendere meglio su quali temi vengono investite queste risorse. La maggior parte degli interventi formativi è legato al tema della salute e sicurezza sul lavoro, ovvero a ciò che è obbligatorio per legge, seguono, in ordine decrescente per frequenza, lo sviluppo delle abilità personali, la gestione e amministrazione aziendale, i corsi tecnico-professionali, le lingue straniere, informatica, vendite e marketing.
Se però confrontiamo questo dato, con le competenze che le aziende ritengono più importanti per lo svolgimento delle professioni assegnate, notiamo che in cima ai desideri delle aziende è la capacità di lavorare in gruppo e in modo flessibile, richiesta soprattutto nel Nord Italia e nelle aziende medio-grandi, seguita dalla capacità di lavorare in modo autonomo, che ovviamente non si pone in contrasto con il punto precedente. Al quarto posto si colloca lo sviluppo delle capacità comunicative dei dipendenti, auspicato da circa il 30% delle aziende aderenti ai fondi.
Le Aziende si rendono conto che in un contesto in cui le modalità di condivisione dei ruoli e degli obiettivi sono sempre meno strutturate, occorrono nuove capacità di relazione e di comunicazione sia all’interno dei gruppi di lavoro che verso gli interlocutori esterni all’Azienda.
Il rapporto completo è disponibile qui: www.isfol.it/primo-piano/xvi-rapporto-sulla-formazione-continua-in-italia