4 italiani su 10 in età adulta sono senza diploma e meno del 27% in possesso di un titolo d’istruzione terziaria. La popolazione compresa tra 25 e 64 anni che ha partecipato ad attività di istruzione e formazione è pari al 9,9%, dato che attesta l’Italia come molto arretrata. Secondo un recente rapporto, perderemo 1,3 milioni di posti di lavoro entro il 2030 e ogni posto di lavoro non coperto, come ogni lavoratore sottoinquadrato, significa minore attività, salari più bassi, meno Pil.
I livelli di partecipazione formativa degli italiani sono finalmente cresciuti: la popolazione compresa tra 25 e 64 anni che ha partecipato ad attività di istruzione e formazione è stata pari al 9,9% , una quota per la prima volta in linea con il corrispondente valore medio europeo (10,8%), segnando così un’inversione rispetto alla contrazione del passato. Questo risultato è anche frutto di un grande lavoro dei fondi interprofessionali, attestato in ogni rapporto ufficiale dell’Istat e del Ministero. Tuttavia, nel confronto con gli altri Paesi europei, la posizione dell’Italia è ancora molto arretrata, occupando nel ranking europeo il quindicesimo posto, appena davanti a Paesi come Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia e Romania, dimostrando quindi che c’è ancora tantissimo da fare. Le cause imputabili a tali mancanze sono diverse ma principalmente riconducibili a due aspetti: da una parte ci sono gli scarsi investimenti pubblici e privati in formazione, dall’altra le difficoltà di inclusione dei target vulnerabili, costituiti ad esempio dai neet, dagli over 50 e dai percettori di sostegni.
Bassi i livelli di istruzione
La crescita è poi rallentata anche dal basso livello di istruzione della popolazione: 4 italiani su 10 in età adulta sono senza diploma e soltanto meno del 27% in possesso di un titolo d’istruzione terziaria , dato che inquadra l’Italia in una delle ultime posizioni in Europa. Tutti questi gap vanno a influire su altre questioni, come ad esempio il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e gli effetti dell’inverno demografico, da cui deriva dunque la necessità di sanare tali divari che diventano con il tempo più difficili da colmare. Un recente rapporto dell’ufficio studi di Cassa e Depositi e Prestiti ha stimato infatti la perdita di 1,3 milioni di posti di lavoro entro il 2030: ogni posto di lavoro non coperto, come ogni lavoratore sottoinquadrato, significa minore attività, salari più bassi, meno Pil.
Necessario un cambio di rotta
Si stima che entro la fine del decennio avremo più di 500.000 baby boomers, nati tra gli anni 50 e 60, che andranno in pensione. All’uscita dei baby boomers dal mercato, però, non corrisponde l’ingresso di altrettante persone qualificate, che, nella migliore delle ipotesi, saranno 100.000 in meno l’anno e sicuramente con titoli di studio più elevati, generando così uno squilibrio che può mettere in grande difficoltà interi comparti. Si rende così necessario un decisivo cambio di rotta, che può essere attuato grazie a un’azione congiunta di istituzioni, politica e principali operatori nell’ambito della formazione, e aumentando inoltre in modo consistente gli investimenti pubblici in formazione, soprattutto per le fasce più vulnerabili.
La formazione dei lavoratori
Questo quanto emerso dalla tavola rotonda che si è tenuta a Roma lo scorso 29 novembre dal titolo “La formazione dei lavoratori – Opportunità per il futuro e vincoli di bilancio” organizzata da Enzima12, venture builder operante nei settori dei servizi per la formazione, il lavoro e l’edtech, che ha riunito in una sala gremita personalità di grande spicco appartenenti a diversi settori, da quello politico istituzionale al mondo d’impresa a quello accademico.
Hanno partecipato all’evento l’Onorevole Walter Rizzetto, Presidente della XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei Deputati, Paola Mancini, Componente Commissione Lavoro Pubblico e Privato del Senato della Repubblica, Vita Maria Nocco, Componente Commissione Bilancio del Senato della Repubblica, Elvio Mauri, Direttore Generale Fondimpresa, Massimo Sabatini, Direttore Generale Fondirigenti, Michele Distefano, Direttore Generale di For.agri, Gianni Bocchieri, Coordinatore del Nucleo PNRR Stato-Regioni, Eleonora Faina, Direttore Generale di Anitec Assinfrom di Confindustria, Luigi Serio, Professore di Economia presso l’Università cattolica del Sacro Cuore, Maurizio Milan, Presidente Associazione Italiana Formatori, Vincenzo Vietri, Cofounder del gruppo Enzima.