In occasione della Giornata Europea delle lingue l”European Language Index”, uno studio in cui vengono analizzati 27 paesi dell’UE per stilare la classifica dei paesi che offrono il miglior ambiente per l’apprendimento delle lingue, evidenzia che l’Italia si colloca al 26° posto nella classifica generale nonostante il grado di multilinguismo e la presenza di diverse minoranze linguistiche, mentre il gradino più alto del podio va al Lussemburgo.
Corsi lingue straniere: Italia: secondo peggior paese europeo
L’European Language Index è la classifica dei paesi europei che offrono il miglior ambiente per l’apprendimento delle lingue straniere. La ricerca analizza i 27 paesi dell’Unione Europea secondo 18 fattori che indicano se l’ambiente offerto dai diversi paesi è favorevole o meno per l’apprendimento delle lingue straniere. I fattori inclusi sono stati suddivisi nelle seguenti sette categorie: il numero di lingue ufficiali, il grado di plurilinguismo, l’apprendimento delle lingue a scuola, il livello di padronanza della lingua straniera più conosciuta, l’accesso all’apprendimento delle lingue attraverso mezzi digitali, l’utilizzo di sottotitoli e voiceover nei programmi televisivi o pellicole cinematografiche straniere e la diversità linguistica. I risultati di ogni categoria sono stati ponderati equamente ed è stata stilata una classifica da 1 a 27.
L’Italia occupa il 26esimo posto nella classifica, subito dopo la Polonia e prima della Bulgaria. Anche se nella classifica generale il Bel Paese non è sul podio, spiccano i risultati positivi per quanto riguarda il numero di lingue parlate, in cui l’Italia ricopre il terzo posto grazie all’elevato numero di minoranze linguistiche presenti sul territorio italiano. Inoltre l’Italia presenta ottimi risultati per quanto riguarda la percentuale di alunni che imparano una lingua straniera fin dalla scuola primaria.
La ricerca rivela che i sottotitoli sono uno dei modi più efficaci per migliorare la memorizzazione delle lingue straniere, fornendo una tripla connessione tra suono, lingua e testo (Talavan, 2006). A differenza del doppiaggio e del voiceover, i sottotitoli richiedono un impegno attivo da parte dello spettatore. I sottotitoli migliorano anche la nostra comprensione fonetica e questo aumenta la nostra capacità di identificare i diversi accenti (Max Planck Institute, 2009). Questo spiega perché diversi paesi, come i Paesi Bassi, la Finlandia e l’Estonia, si posizionano ai primi posti nonostante il numero relativamente basso di bambini che imparano una lingua straniera alla scuola primaria.