Nell’anno della pandemia, tra lockdown e incertezze, le imprese italiane hanno dimostrato grande resilienza. I dati dell’Indagine Rola sulle buone prassi nella formazione, evidenziati da Fondimpresa e Inapp, attestano l’evoluzione dei percorsi aziendali soprattutto in tema di trasformazione digitale.
Digitalizzazione e organizzazione: le parole chiave, dal 2020 in avanti, per tutte le aziende italiane. Da un lato, l’emergenza ha schiuso il passaggio a forme di flessibilità lavorativa precedentemente impensabili. Dall’altro, alla “corsa” formativa sulle norme anticontagio si sono aggiunti nuovi stimoli e necessità, approdando con maggiore convinzione ai contenuti innovativi della sfera digitale. L’Indagine Rola 2020 di Fondimpresa e Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) fotografa proprio questo fronte della formazione continua in tempo di pandemia. Restituendo tendenze importanti anche sui cambiamenti che ne sono scaturiti e che tutt’oggi caratterizzano il mondo del lavoro italiano.
Formazione: le tendenze di ieri nell’innovazione di oggi
“Dall’indagine emerge come le imprese, sebbene colte di sorpresa dalla pandemia, abbiano manifestato tempestivamente la propria intraprendenza e risolutezza nella capacità di gestione dell’emergenza” leggiamo nelle conclusioni della prima parte del documento. “Si è palesata l’assoluta necessità di integrare l’aspetto formativo, al di là delle esigenze dettate dall’urgenza pandemica, sia per i lavoratori sia per i responsabili”. Questo perché la crisi ha messo a nudo differenti approcci di gestione dell’emergenza, naturalmente segnati dalla differenza tra imprese erogatrici di beni essenziali e aziende costrette a fermarsi. Sintetizzando, i contenuti emergenti sono:
- sviluppo organizzativo della gestione del lavoro da remoto e in sede (people management);
- benessere e senso di comunità;
- lavoro da remoto e la cyber security;
- smart working e strumenti necessari;
- upskilling e reskilling;
- diritto soggettivo alla formazione;
- eventi formativi rivolti a clienti/utenti esterni.
Sul fronte didattico, le aziende hanno iniziato a utilizzare piattaforme e-learning standard o personalizzate. A tutto ciò rimane comunque affiancata la formazione in presenza, ritenuta da molti insostituibile. Si va quindi nella direzione di modalità formative sempre più ibride, fatte di momenti in presenza e momenti a distanza.
Trasformazione smart e tecnologie abilitanti
La seconda parte dell’Indagine Rola 2020 è dedicata alla formazione continua in ottica di digitalizzazione, elemento cardine per la competitività delle imprese in una fase di grande cambiamento. Quali sono le tecnologie abilitanti da “affrontare”? Le imprese che utilizzano dispositivi connessi attraverso l’Internet of Things riescono a ottimizzare con successo sistemi, processi e manutenzione. L’Industrial Analytics permette invece di confrontare e analizzare i dati raccolti, migliorando la produzione, accelerando l’innovazione, monitorando i consumi e prendendo decisioni consapevoli. C’è poi il Cloud Manufacturing, per implementare processi di ricerca e sviluppo, gestione della supply chain e della produzione e assistenza pre e post vendita. Sempre nel caso delle tecnologie 4.0, inoltre, l’innovazione dell’Interfaccia Uomo-Macchina è rappresentata da display touch, scanner 3D e visori per la realtà aumentata. Spiccano infine intelligenza artificiale e robotica collaborativa, in grado di ridisegnare i paradigmi produttivi di molti settori. Nel questionario sottoposto al campione di lavoratori c’era anche una parte dedicata all’auto valutazione delle proprie competenze in questi ambiti prima e dopo il corso di formazione dedicato. La differenza più significativa si registra in Cloud Manufacturing, Industrial Analytics e Internet of Things.
I contenuti innovativi della formazione
L’analisi qualitativa si è focalizzata, in questo contesto, sui contenuti formativi direttamente collegabili alle tecnologie abilitanti e alla trasformazione digitale. Il tutto tramite interrogazione, con parole chiave, delle stringhe di testo dei titoli dei corsi. Non sorprende che le parole maggiormente utilizzate siano “innovazione” e “digitalizzazione”. Si delineano 4.247 corsi sulla trasformazione digitale, ripartiti tra macro-tematiche. Vince l’Informatica, con il 27,3% delle azioni formative. Seguono Gestione aziendale-amministrazione (25%) e Tecniche di produzione (22,8%). La distribuzione geografica della formazione continua “innovativa” passa per la Lombardia, con il 16,3% delle iniziative, il Veneto con il 15% e la Campania con il 12,3%. Seguono Piemonte e Lazio (poco più dell’11%) ed Emilia-Romagna (8,5%). Le altre regioni vanno dal 4,8% della Puglia allo 0,2% della Valle d’Aosta.
Chi punta di più sul digitale
Sorprendentemente, le aziende che hanno beneficiato di formazione con contenuti su innovazione e trasformazione digitale sono le più piccole, fino a 49 addetti (70%). Seguono le medie imprese, da 50 a 249 dipendenti, con il 19%, e le grandi imprese con l’11%. Il motivo va ricercato nella tipologia dei Piani Formativi: oltre l’80% di questi corsi sono finanziati tramite il “Conto di Sistema”, che permette dunque le Pmi di avvalersi di formazione su questi specifici contenuti. Le grandi aziende, più propense al “Conto Formazione”, utilizzano probabilmente altri canali di finanziamento.