Secondo l’onorevole Cesare Damiano, ex MInistro del Lavoro e artefice del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, c’è ancora molto da fare affinchè si raggiunga la giusta tutela del lavoratore. Lo confermano i dati realtivi agli infortuni avvenuti nel 2019.
La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori è stata sempre al centro del mio impegno politico-istituzionale, in quanto rispecchia il grado di civiltà di un Paese e riguarda ciascun cittadino. Tuttavia, gli infortuni sul lavoro costituiscono – ancora oggi – una piaga sociale, se consideriamo che, nel nostro Paese, stiamo assistendo a una recrudescenza di questo terribile fenomeno.
Numeri alla mano, si osserva come i morti registrati nei primi sei mesi del 2019 si attestino su livelli ancor più alti di quelli raggiunti nel 2018 (482 decessi, contro i 469 del semestre dello scorso anno, cioè +2,8%); mentre gli infortuni in generale segnano una diminuzione di 577 casi rispetto al 1° semestre dell’anno precedente (- 0,2%).
Se ci riferiamo ai dati dei primi nove mesi del 2019, a fronte di un lievissimo aumento dello 0,05% del numero complessivo degli infortuni, rispetto allo stesso periodo del 2018, si registra un calo delle denunce dei casi mortali, 54 in meno rispetto alle 834 dell’analogo periodo dell’anno precedente. Tale riduzione è contingente, in quanto dovuta al tragico bilancio legato agli incidenti plurimi dell’agosto del 2018.
Per quanto riguarda le malattie professionali, anche se a ritmi molto più contenuti che nel passato, la tendenza alla crescita delle denunce, a sua volta, si manifesta dal lontano 2008, da quando cioè è stata ampliata la lista delle malattie professionali cosiddette “tabellate” che esonerano il lavoratore “dall’onere della prova” in sede di riconoscimento.
Nei primi nove mesi del 2019 sono state protocollate dall’Inail 45.158 denunce, con un aumento di 1.075 (+2,4%) rispetto all’omologo periodo del 2018.
Dati non rassicuranti ci pervengono anche dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, a iniziare dalla diminuzione del volume delle ispezioni dovuta alla scarsità delle risorse disponibili. Dai controlli effettuati nel primo semestre del 2019, si segnala un aumento del 3% (dal 69 al 72% dei casi) del numero delle irregolarità riscontrate, e del 7,7% (dalle 77.222 del 2018 alle attuali 83.191) del numero delle posizioni lavorative irregolari, posto che sono in crescita anche i provvedimenti di sospensione dell’attività di impresa, dovuti alla presenza di aziende con lavoratori in nero in misura pari o superiore al 20% di quelli presenti sul luogo di lavoro. Norma che avevo introdotto nel 2007, quando ero Ministro del Lavoro. Molte di queste irregolarità, peraltro, riguardano il settore dell’edilizia o l’ambito degli appalti.