Sono oltre 2.700 le istanze di accesso al Fondo Nuove Competenze accolte da Anpal a maggio 2021 e 243mila i lavoratori che hanno beneficiato di ore di formazione, principalmente in tema di digitalizzazione e transizione verso processi produttivi e di servizio da remoto.
A maggio 2021, secondo i dati rilasciati da Anpal, sono state accolte 2.751 istanze di accesso al Fondo Nuove Competenze, per un totale di 243mila lavoratori interessati dalle azioni formative e 24 milioni di ore di formazione previste.
Dall’esame degli accordi aziendali emerge come la maggior parte dei lavoratori coinvolti sia impiegata presso grandi e grandissime aziende dei settori delle telecomunicazioni, metalmeccanica e grande distribuzione.
Un buon numero di accordi riguarda anche aziende di piccole-medie dimensioni, soprattutto appartenenti al settore del commercio al dettaglio. I contenuti formativi sono perlopiù orientati all’upskilling digitale e alla transizione verso processi produttivi e di servizio remotizzati, sia nella direzione di competenze soft (gestione dell’autonomia lavorativa; autoresponsabilità; work-life balance; abilità di comunicazione; cultura del feedback; ecc) che di competenze hard (gestione degli strumenti elettronici; lavorazione tramite strumenti cloud; cybersecurity). In linea di massima tutte le tipologie di lavoratori sono coinvolte, seppur con una più ridotta partecipazione dei blue collars.
Le modalità di erogazione della formazione sono le più varie e, seppur la modalità a distanza sia preferita in molti contesti aziendali, anche per la compatibilità con le misure sanitarie, possono contarsi anche molte azioni svolte in presenza, “on the job” e anche secondo la metodologia del “role play”.
Non poche intese aziendali prevedono che l’azione formativa si concluda con la certificazione delle competenze maturate dai lavoratori se non, come previsto dalla legge istitutiva del Fondo, con l’attestazione delle stesse secondo le referenziazioni dei repertori regionali delle professioni. Se in alcuni casi la negoziazione tra le parti sociali si limita ad avere per oggetto la rimodulazione dell’orario di lavoro, mentre i contenuti degli interventi formativi e le finalità di apprendimento sono individuati unilateralmente dall’impresa (complici probabilmente le strette tempistiche per la partecipazione alla misura), meritano di essere segnalati gli accordi aziendali da cui emerge l’impegno profuso dalle parti nella analisi dei fabbisogni di competenze e nei quali sono previste anche cabine di regia e di monitoraggio con il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali.